giovedì 28 maggio 2020

STEP #20 - UN MATERIALE

SILICIO 


Perchè il silicio nei computer?
Perché  il silicio è così universalmente utilizzato per l’elettronica, in luogo di qualche altro materiale come il rame, la grafite o addirittura le patate? Beh, il silicio ha un certo numero di proprietà che lo rendono inusuale tra le sostanze chimiche. Di tutta la tavola degli elementi, solo sei sono comunemente classificati come metalloidi. Il silicio è uno di questi. I metalloidi presentano proprietà simili ai metalli, senza tuttavia esserlo realmente. Di solito hanno un aspetto argenteo brillante come veri metalli, ma invece di essere malleabili sono spesso abbastanza fragili, il che significa che possono rompersi facilmente. Anche se possono condurre elettricità come i metalli, sono meno atti a farlo; il termine “semiconduttore” deriva infatti  da questa proprietà di semiconduttività. Questa è particolarmente importante perché, mentre ovviamente computer e altri oggetti che usano i microchip necessitano di elettricità, il loro principio di funzionamento si basa sull’essere in grado di lasciare passare  elettricità attraverso alcuni transistor selettivamente, non a tutti indiscriminatamente.Un normale conduttore metallico permetterebbe il passaggio agli elettroni troppo facilmente, con il risultato che troppi transistor si attiverebbero contemporaneamente, impedendo quindi alla cpu di elaborare le istruzioni correttamente.
Ma perchè proprio il silicio?
Ma ancora non abbiamo risposto alla domanda del perché il silicio nello specifico, invece di altri semiconduttori simili, come ad esempio il germanio.
Facile: il silicio è un materiale facilmente reperibile in natura, quindi piuttosto economico. Infatti,  il ​​silicio è uno dei più elementi comuni nell’universo. Il silicio inoltre presenta altri vantaggi,  ad esempio funziona bene all’interno di un’ampia gamma di temperature e può essere facilmente legato ad altri elementi chimici che sono necessari per il funzionamento dei microprocessori. Ad esempio è abbastanza facile formare uno strato isolante di biossido di silicio (silicea), semplicemente inserendo il silicio in un forno. I piccoli transistor in una cpu necessitano di un buon isolamento per  controllare e dirigere  il flusso di elettricità con precisione, la versatilità del silicio lo rende la scelta più naturale. Ma anche se il silicio si è rivelato essere estremamente utile, non è perfetto. Pur economico ed abbondante, il suo utilizzo comporta necessariamente un compromesso circa la velocità di conduzione elettrica. Altri semiconduttori possono condurre gli elettroni più velocemente, il che significa che potrebbero essere utilizzati per produrre processori con prestazioni superiori, anche se ad un costo più elevato.
In conclusione, mentre in futuro transistor sempre più piccoli e cpu sempre più più veloci potrebbero richiedere materiali decisamente più esotici, il passato ed il presente delle unità computazionali è saldamente basato su questo straordinario materiale, il silicio.

STEP #19 - NELLA SCIENZA APPLICATA

DISCIPLINA SCIENTIFICA: INFORMATICA



L’informatica studia i procedimenti effettivi di elaborazione (e memorizzazione, trasmissione, ecc.) dell’informazione. Contribuisce alle scienze con concetti propri, quali la nozione di effettività, quella di complessità computazionale, quella di gerarchia di astrazione. Condivide con altre scienze lo studio delle tecniche risolutive di determinati problemi (il problem solving). Fare problem solving significa decomporre, ristrutturare, risolvere sottoproblemi e ricomporre, poi, le loro soluzioni. L’informatica, e questo è un suo importante contributo originale, mette a disposizione strumenti linguistici progettati affinché ciò sia possibile e, per quanto possibile, semplice. Inoltre, studia le somiglianze tra i problemi e le loro soluzioni, dando così gli strumenti per la costruzione di soluzioni efficienti e robuste.
L'informatica è una scienza?
Certo! Al pari della Matematica o della Fisica.

L'Informatica:


  • ha dei concetti propri. Ad esempio, così come in Matematica esiste il concetto di "perimetro di un poligono", in Informatica esiste il concetto di "complessità computazionale";
  • ha varie aree di studio. Ad esempio, così come in Matematica esistono gli ambiti di studio dell'Algebra e dell'Analisi, in Informatica esistono gli ambiti di studio degli Algoritmi, delle Basi di Dati, della Sicurezza, etc...
  • è di supporto alle altre scienze. Così come in tutte le scienze si usano i principi formali della Matematica, così l'Informatica è di supporto in quasi tutte le altre scienze. In alcuni casi l'interazione tra Informatica e altre scienze porta alla nascita di ambiti di studio multidisciplinari, come la bioinformatica, che studia la risoluzione di problemi biologici con metodi informatici.
L’Informatica non è:
  • smanettare 
  • montare e smontare i computer
  • conoscere e installare pacchetti software
  • navigare in internet
  • conoscere più linguaggi di programmazione possibile
  • programmare e basta.

mercoledì 27 maggio 2020

STEP #18 - NELLA CRONACA

CORONAVIRUS E SMART WORKING



Coronavirus, con lo smart working un italiano su due lavora di più e crescono ansia e stress. Si intitola così un articolo presentato dal giornale online Open, che sostiene che il carico di lavoro a seguito dello smart working sia diventato eccessivo per i dipendenti: "Il 22% inizia le giornate in anticipo, lavorando dalle 8 alle 20.30, mentre il 24% è solito terminare la giornata lavorativa anche dopo l’orario". Linkedin, il social network nato per il mondo del lavoro, ha condotto un’indagine su 2mila italiani durante il lockdown. Il Coronavirus ha stravolto i canoni del rapporto tra dipendenti e aziende e, stando alla piattaforma, un lavoratore su cinque ha riscontrato un impatto negativo sulla propria salute mentale. Lo studio fa dunque emergere una serie di problematiche spesso sottovalutate da chi ritiene che lo smart working sia soltanto una manna dal cielo.

PIU' LAVORO

Lavorare da casa, per il 48% del campione analizzato, si è tradotto in un surplus nel carico di lavoro. Quasi un italiano su due ha lavorato almeno un’ora in più al giorno: sviluppando il dato, si scopre come ci sia stato un eccesso di 20 ore lavorate in più in un solo mese di smart working. Solitamente, il 22% degli intervistati ha iniziato le giornate in anticipo, lavorando dalle 8 o fino alle 20.30, mentre il 24% ha terminato la giornata lavorativa anche dopo.

PROBLEMI DI SALUTE

Quest’attitudine al lavoro, che ha portato il 22% degli italiani a rispondere più rapidamente alle esigenze dell’azienda e a essere disponibile online più a lungo del normale, ha avuto anche dei riscontri sulla salute dei dipendenti. È emerso che il 46% dei lavoratori si sente più ansioso o stressato, il 19% prova una sensazione di sconforto relativa alla sopravvivenza della propria azienda e il 18% ha riscontrato un impatto negativo sulla propria salute mentale.

RISCHIO BORNOUT

L’esito patologico di questo carico di stress si definisce burnout: è uno scenario non distante per molti lavoratori in questa fase. Se un lavoratore su cinque ha riscontrato appunto qualche problema a livello di salute mentale, il 27% dei lavoratori ha sviluppato difficoltà a dormire. Uno stato di ansia costante, invece, si è verificato nel 22% dei lavoratori, mentre il 26% ha avuto problemi di concentrazione durante il giorno.

Link:https://www.open.online/2020/05/15/coronavirus-smart-working-italiano-lavora-crescono-ansia-stress-ricerca/

lunedì 18 maggio 2020

STEP #17 - UN ABBECEDARIO

UN ABBECEDARIO

A --- APPLE

B --- BILL GATES

C --- COMPUTER

D --- DIGITAL MARKETING

E --- E-COMMERCE

F --- FEDERICO FAGGIN

G --- GOOGLE

H --- HOST

I --- INFORMAZIONE

L --- LARRY PAGE

M --- MICROSOFT

N --- NEWSLETTER

O --- ONLINE, OFFLINE

P --- POS

Q ---  QUERY

R --- ROBOT ART

S --- SOCIAL NETWORK

T --- TURING

U --- USERNAME

V --- VIRTUAL CLASSROOM

Z --- ZUCKERBERG

STEP #16 - UN PROTAGONISTA

UN PROTAGONISTA DELL'INFORMATIZZAZIONE: MARK ZUCKERBERG


Un protagonista dell'informatizzazione è senza dubbio Mark Zuckerberg, l'inventore di Facebook, che ha contribuito alla informatizzazione della maggior parte delle persone sul nostro pianeta. Con Facebook egli è riuscito a facilitare la comunicazione tra amici, parenti e conoscenti da ogni parte del mondo, semplicemente attraverso la chat; ma anche ha dato la possibilità a tutti gli iscritti di poter scrivere il proprio pensiero o caricare una foto o video di una propria giornata e condividerlo con il  mondo intero. Di seguito, un piccolo estratto della biografia di Zuckerberg.
Mark Elliot Zuckerberg è nato nel 1984 ed è il più giovane miliardario del mondo, come decretato dalla prestigiosa rivista Forbes. È un giovane imprenditore informatico, amministratore delegato, nonché proprietario del più usato social network del pianeta: Facebook. Zuckerberg ha fondato, con l'aiuto di Eduardo Saverin, Facebook all'età di 20 anni, mentre era uno studente di Harvard. Prendendo l'idea dagli Yearbook, gli album fotografici con le immagini degli studenti di ogni anno accademico, tipici annuari scolastici delle scuole americane, ha creato un sito sociale che si è diffuso ad Harvard e, di seguito, nelle maggiori università americane. Si tratta di una trasposizione della rete di contatti e amicizie personali, in formato digitale e con alcuni elementi che permettono di comunicare tra gli utenti registrati nel network. Nel 2005 Mark Zuckerberg ha registrato il dominio facebook.com e, da quel momento, ha affrontato insieme al crescente successo un grande numero di cause circa la paternità dell'idea e del sito stesso. Facebook è oggi uno dei siti più seguiti e utilizzati al mondo, non è attualmente quotato in borsa ma sono state fatte diverse offerte di acquisto da parte di grandi gruppi del settore informatico, come Google, che però Zuckerberg ha sempre declinato. Stando alle ultime classifiche del 2010 Mark Zuckerberg è il 26enne più ricco al mondo, con un patrimonio netto di 6,9 miliardi di dollari, per merito del successo del suo prodotto e della crescita della sua società Facebook Inc.

Link: https://www.focus.it/scienza/scienze/la-biografia-di-mark-zuckerberg-l-inventore-di-facebook

sabato 16 maggio 2020

STEP #15 - NEL NOVECENTO

RIVOLUZIONE INFORMATICA DEL 1900



In Italia la rivoluzione informatica è  iniziata nella seconda metà del 900. Gli ultimi decenni del ‘900 sono ricordati come un’epoca di grandi trasformazioni nell’economia e nella società del mondo industrializzato. Come alla fine dell’800 l’emergere di nuovo tecnologie e di nuovi settori produttivi aveva mutato profondamente le strutture economiche e la stessa vita quotidiana nei paesi più sviluppati, così ora si assisteva invece al declino di industrie che avevano svolto un ruolo centrale per oltre un secolo, all’affermarsi di nuove tecnologie produttive, all’aprirsi di nuovi campi di attività che lasciavano intravedere una realtà economica e sociale molto diversa da quella che aveva avuto la sua massima espansione negli anni ’50  e ’60 del ‘900. Il centro e il nucleo propulsore di questo processo di trasformazione sta certamente nell’elettronica, cioè ,in quella scienza della fisica che studia il movimento degli elettroni e che, già nella prima metà del’900, era stata alla base di alcune fondamentali scoperte nel campo delle comunicazioni radiofoniche e televisive. Ma la più importante e la più rivoluzionaria fra le applicazioni della tecnologia elettronica fu attuata nel secondo dopoguerra nel settore delle macchine da calcolo (computer): Ovvero degli apparecchi capaci di riprodurre in qualche misura i meccanismi di funzionamento del cervello umano, mediante l’apertura e la chiusura di una serie di circuiti elettronici; di eseguire operazioni matematiche senza possibilità di errore in tempi infinitamente più brevi di quelli consentiti all’uomo; di immagazzinare nelle loro «memorie» una serie di dati da richiamare poi all’occorrenza. I primi calcolatori erano stati realizzati già durante la seconda guerra mondiale ma, basati sull’uso di componenti elettromeccaniche (i relais), erano soggetti a usura, oltre che estremamente ingombranti. La sostituzione del relais prima con la valvola, poi col transistor consentì, di ridurre enormemente le dimensioni dei computer e di aumentare la potenza di calcolo, l’affidabilità e la complessità. 
Un ulteriore salto qualitativo fu compiuto nel decennio successivo con l’introduzione del circuito integrato. Questi computer di «terza generazione» avevano quindi dimensioni più ridotte. I successivi sviluppi della tecnologia consentirono di produrre processori sempre più piccoli e sempre più veloci e di elaborare programmi sempre più complessi. Del resto, nell’industria del computer la parte «materiale» del prodotto (hardware) è meno importante, sotto il profilo dei costi, rispetto al complesso delle informazioni e dei programmi (software) che servono per farlo funzionare. Oggi i computer non solo sono oggetti abbastanza familiari per chi vive nelle aree sviluppate, ma sono incorporati in una gran quantità di apparecchi di uso corrente: automobili ed elettrodomestici, impianti per il condizionamento termico e per la produzione del suono, orologi e apparecchi fotografici. Lo sviluppo dell’informatica (la disciplina che ha per oggetto l’elaborazione e la trasmissione dell’informazione) si è intrecciato con quello della cibernetica, scienza nata negli anni ’40 che studia i processi di controllo e di comunicazione negli organismi viventi e cerca di riprodurli nelle macchine. Figlia della cibernetica è la robotica, che si occupa specificamente della costruzione di macchine capaci di sostituire l’uomo. Ancora più recente databile anni ’70 è la nascita della telematica: ossia l’applicazione delle tecniche dell’informatica al settore delle telecomunicazioni. La diffusione dei personal computer nelle abitazioni ha quindi profondamente trasformato il sistema delle comunicazioni di massa: da una parte sono aumentati i mezzi di trasmissione delle informazioni, dall’altra è cresciuta l’integrazione tra i diversi canali attraverso i computer, per esempio, è possibile vedere film, ascoltare musica, fare telefonate, ecc. 

martedì 12 maggio 2020

STEP #14 - NELL'OTTOCENTO

OTTOCENTO: PRIMA MACCHINA PROGRAMMABILE

Telaio Jacquard, 1801

Il telaio Jacquard è considerato la prima macchina programmabile in ambito tessile, perchè capace di sostituire le operazione dei tiralicci, attraverso l'esecuzione combinata di operazioni semplici (movimento dei licci). Esso viene inventato da Joseph-Marie Jacquard, il quale riesce ad automatizzare il sollevamento dei fili dell'ordito, facendo passare gli uncini responsabili di questa operazione attraverso anelli di altrettanti aghi ad essi perpendicolari. Poichè gli aghi, ad ogni passata, vengono premuti da un sistema di molle contro i cartoni perforati, quando un ago incontra un foro si sposta lateralmente e sgancia l'uncino corrispondente dal dispositivo di sollevamento, Dopo ogni passata, il cartone viene ritratto, il dispositivo di sollevamento si abbassa e gli aghi ritornano tutti nella posizione originaria. A questo punto il cartone viene fatto avanzare di un passo e l'operazione ricomincia. L'invenzione è datata 1801 e viene per parecchio tempo coperta dal più stretto segreto; solo una decina di anni dopo la macchina comincia ad essere usata, in particolare in Francia nel 1812 funzionavano circa 11000 telai Jacquard. Anche in Italia, grande è la fortuna di questa macchina. L'industria serica del Meridione riceve un significativo incremento di produzione e di esportazioni: anche se ancora l'industria domestica prevale. Agli inizi, questa macchina era molto più usata e conosciuta nel Napoletano, a differenza del Piemonte e Lombardia, che poi la utilizzeranno in seguito.

Bibliografia: "Storia delle macchine" di Vittorio Marchis

lunedì 11 maggio 2020

STEP #13 - NEL SETTECENTO

TRATTARE L'INFORMAZIONE NEL SETTECENTO: ENCYCLOPEDIE


Encyclopedie, 1780

Nel Settecento nacque la necessità di racchiudere tutto il sapere e la cultura del passato, ed in particolare le arti, che sono l'espressione più concreta del lavoro dell'uomo. Questa necessità trovò luogo nell'Encyclopèdie. L'Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et métiers (Enciclopedia o dizionario ragionato delle scienze, delle arti e mestieri), realizzata tra il 1751 e il 1780, è la prima grande enciclopedia dei nostri tempi. Straordinaria testimonianza di un'epoca, monumento innalzato all'intelligenza dell'uomo, l'Encyclopédie esprime l'aspirazione illuminista a una sistemazione organica delle conoscenze che rifletta la globalità dell'universo. I successi delle scienze, la convinzione di vivere in un'epoca di grande progresso filosofico contribuirono a delineare la trasformazione dell'ideale enciclopedico: non esposizione esaustiva e unitaria delle conoscenze, ma strumento capace di individuare le connessioni tra i vari campi del sapere e di indicare un percorso per il futuro. L'impresa nacque dal progetto del libraio editore parigino Le Breton di tradurre dall'inglese la Cyclopaedia di Chambers, che era stata pubblicata a Londra nel 1727. Il lavoro venne affidato a Diderot, il quale trasformò il modesto progetto iniziale in un'opera di proporzioni amplissime, che si può a buon diritto definire universale. Il primo tomo uscì nel luglio 1751, introdotto dal celebre Discours préliminaire (Discorso preliminare) di d'Alembert. Nonostante gli attacchi di gesuiti e giansenisti (i primi due tomi furono proibiti nel 1752), la pubblicazione andò avanti grazie alla protezione di Madame de Pompadour e di Malesherbes (direttore dell'ufficio di censura), all'enorme successo di pubblico (si contarono più di 4000 sottoscrittori) e all'energia di Diderot, rimasto solo alla guida dell'opera dopo le polemiche con Rousseau e il ritiro di d'Alembert (1758). Tra il 1751 e il 1775 vennero pubblicati diciassette volumi e undici volumi di tavole (1762-72). Successivamente (1775-80) uscirono altri quattro volumi di supplemento e quattro di tavole. L'Encyclopédie rappresenta la sintesi del pensiero illuminista, in quanto esprime la fiducia nella ragione, nel sapere e nelle scienze, considerati strumenti di progresso, strada maestra per trionfare sull'errore, sull'oscurantismo e sui pregiudizi. Il frequente ricorso al dialogo, i rinvii che introducono a riflessioni diverse su un dato argomento ne evidenziano l'intento pedagogico, affrancato da ogni dogmatismo, ma teso a un ideale di libertà intellettuale. L'ampio spazio attribuito a scienze, tecnica e storia è novità rilevante: aprendo al sapere scientifico, ma affermando la dipendenza dell'uomo dalla storia, l'Encyclopédie costituiva, come scrisse lo stesso d'Alembert, un ponte lanciato tra il passato e l'avvenire.

sabato 2 maggio 2020

STEP #12 - NELLA TECNOLOGIA MEDIEVALE E MODERNA

METODI DI TRATTARE L'INFORMAZIONE NEL PERIODO MEDIEVALE E MODERNO

Bibbia di Gutenberg, 1455

Durante il Medioevo la grande tradizione letteraria e filosofica dell’antica Grecia e di Roma si estinse. L’Europa fu divisa in una serie di stati feudali a economia agricola. L’alfabetizzazione era prerogativa quasi esclusiva della Chiesa. I documenti venivano scritti in latino su fogli di pergamena. Le diverse regioni culturali e linguistiche venivano tenute insieme da una burocrazia di ispirazione religiosa amministrata dalla Chiesa. I monasteri divennero i centri culturali più importanti. Nel sec. XIII cominciano ad apparire i primi documenti scritti in volgare, favoriti dall’introduzione della carta, molto meno costosa della pergamena. Durante tutto il Medioevo, malgrado i molti testi scritti, la tradizione orale svolgeva ancora un ruolo fondamentale nella trasmissione delle informazioni e delle conoscenze. James Burke (1985) assegna una grande importanza alla funzione che la memoria e i meccanismi mnemonici esercitavano nel sistema di comunicazione del Medioevo, funzione destinata a cambiare con l’arrivo della più potente delle rivoluzioni tecnologiche: l’invenzione della stampa a caratteri mobili. James Burke e altri studiosi ritengono che la stampa a caratteri mobili sia stata la più grande trasformazione tecnologico-culturale nella storia dell’Europa. Questa invenzione segnò la fine del Medioevo e l’alba dell’era moderna. La si potrebbe considerare come un ‘motore storico primario’ che ha condizionato lo sviluppo delle altre tecnologie di massa. Nell’Europa moderna dei primi tempi esistevano tutte le condizioni necessarie alla rapida crescita di questo nuovo medium. Ne ricordiamo soprattutto tre: la nascita del volgare accanto al latino, l’introduzione della carta al posto della pergamena e l’adozione dei numeri arabi al posto del sistema numerico romano. L’alfabetizzazione in volgare, apparsa tra i secoli XII e XIII, sfidò il monopolio della Chiesa nel campo della comunicazione scritta. L’acquisizione della conoscenza diventò un processo monofasico, mentre nel passato era preceduta da una fase di apprendimento del latino come seconda lingua. Anche gli analfabeti riuscivano a seguire la letteratura in volgare quando veniva recitata ad alta voce. Se questo contribuì alla conservazione degli usi e delle tradizioni locali, l’introduzione della carta rese il processo di stampa meno costoso. Di conseguenza, i libri diventarono accessibili anche ai più poveri. Per convenzione, identifichiamo come anno dell’invenzione della stampa il 1455, anno di pubblicazione della cosiddetta Bibbia di Gutenberg, una bibbia primitiva a 42 caratteri. Si trattò del primo libro di una certa importanza ad essere stampato con la tecnica dei caratteri mobili. Da questo punto in poi, l’intera Europa entrerà in contatto con una tecnica rivoluzionaria.  

Link:

STEP #11 - NELLA PANDEMIA

NELLA PANDEMIA...UN PARERE PERSONALE


Con l'informatizzazione della società si è data gran voce alle opinioni delle persone più comuni. Quest' informatizzazione, negli ultimi decenni, ha inoltre stravolto il modo di informare le masse ed ha aperto un mondo a gruppi d'interesse, grandi multinazionali e lobby, più in generale, che hanno trovato nell'informazione informatizzata il mezzo più idoneo per esercitare la loro pressione mediatica.
Un esempio lampante dell'uso che si fa dell'informazione da molti anni, ci è offerto, in questo periodo, dalla pandemia da COVID-19. È fuor di dubbio infatti che da mesi viene portata avanti una propaganda che ha intenzionalmente suscitato solo grande panico tra la popolazione, specialmente quella italiana, andando creare quel clima di paura e timore che si percepiscono in questi giorni. Abbiamo letto e ascoltato emittenti del "mainstream" proporre un tipo di informazione monografica, senza contraddittorio e molto spesso con gravi lacune scientifiche e soprattutto nell'elaborazione dei dati. Ci hanno dipinto questa pandemia come un'emergenza senza uscita, come un pericolo per l'umanità; è cosi che agiscono, da sempre. Con l'informatizzazione mediatica, però, il loro lavoro è stato semplificato: seminano facilmente, attraverso TV e social, terrore, panico e insicurezza; in sostanza creano un problema e poi, come se fossero i salvatori, ci offrono la loro soluzione...
L'ultima pensata da parte dei governi e degli "esperti" è quella di scaricare le app di tracciamento, questo ci porta a fare una riflessione sul rapporto tra privacy, tecnologia ed emergenza sanitaria. In altre parole, fino a quanto si può rinunciare alla propria libertà e alla propria vita privata in nome dell’emergenza? E ancora, quanto le app da implementare sono realmente strumenti per mappare il diffondersi della pandemia (e cercare di contrastarla) e non invece delle forme di controllo capillare della popolazione? Si tratta di un problema etico di grande importanza. Ne chiarisce la questione ByoBlu, il video blog di Claudio Messora. Di seguito il link dell'approfondimento.


STEP #10 - NEL CINEMA

NEL CINEMA...



Matrix (The Matrix) è un film di fantascienza del 1999 scritto e diretto da Larry e Andy Wachowski. Ha vinto numerosi premi, tra cui 4 Oscar.
Il titolo deriva dal termine latino matrix (generatrice/matrice), che a sua volta ha dato origine al vocabolo inglese matrix, ovvero “matrice di numeri”, un elemento di tipo tabellare derivante da strutture matematiche, molto utilizzato in informatica per associare dati, o sistemi di dati, tra loro. In questo caso, la matrice rappresenta una sorta di cyberspazio o realtà simulata creata dalle macchine.


venerdì 1 maggio 2020

STEP #09 - ARTI FIGURATIVE

REALIZZAZIONE DI QUADRI DA PARTE DI INTELLIGENZE ARTIFICIALI
CloudPainter

Le intelligenze artificiali, si sa, stanno facendo passi da gigante: nei giochi di strategia battono ormai qualsiasi campione; riconoscono le facce e le voci; guidano le auto e i droni soldato. Prenderanno il potere? Gli esperti più pessimisti dicono che senz'altro costituiranno un problema. Altri sostengono che alle Aritificial Intelligence manca ancora molto. Intanto c'è una cosa in cui un supercomputer, un freddo calcolatore, non potrà mai eguagliare l'essere umano; una cosa che va al di là del razionale: l'arte. O meglio, c'era. Nel 2018 si è svolto un concorso tra quadri dipinti da intelligenze artificiali, che prende il nome di RoboArt Competition, ed il primo posto lo ha preso CloudPainter, che usa il machine learining per generare ritratti e paesaggi (compresa una re-interpretazione di Cezanne).
CloudPainter

STEP#25 - LA SINTESI FINALE

SINTESI FINALE Con questo post intendo terminare il blog, riassumendo tutto ciò che ho approfondito riguardo il verbo "INFORMATIZZAR...